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Rovereto, 14 ottobre 2010
ComunitÀ di valle, i segreti per farle funzionare
Lettera di Ruggero Pozzer
da l’Adige di giovedì 14 ottobre 2010

L’elettore trentino è posto di fronte a un’ennesima scommessa: «Ci credo o non ci credo in queste Comunità di Valle?». Sin dal 2006, anno costitutivo della riforma istituzionale che prevede dette Comunità, si sono intrecciati pareri favorevoli e contrari: «Serviranno o diventeranno un ente costoso e inefficiente?» si chiede la gente.

Credo che non sia più il momento per chiedersi «se» funzionerà ma «come» farla funzionare. E ciò dipende da alcuni principi che ci possono aiutare al ragionamento. La Comunità di Valle può essere facilmente intesa come una «cooperativa di Comuni». Esiste però il cooperativismo buono e quello meno buono. Nella mia trentennale esperienza di produttore agricolo ho conosciuto diverse cooperative di settore, sia trentine che extraprovinciali. Dette cooperative non sono altro che dei consorzi, delle «Comunità di Agricoltori», uniti per razionalizzare le lavorazioni, limitare i costi e qualificare il prodotto. Identico scopo hanno le Comunità di Valle rispetto alle quali non può esservi dubbio che se saranno gestite collegialmente con impegno, capacità e onestà saranno portatrici di bene comune e per ogni singolo comune consorziato. Diverso e negativo sarà il futuro di questi enti se i suoi amministratori lavoreranno con poco impegno e col solo obiettivo di star seduti beatamente sulle nuove sedie di potere. Anche tra le cooperative agricole si incontrano realtà positive e dinamiche e altre poco efficienti.

Un giorno, visitando una di queste grosse realtà, ho chiesto informazioni a una persona de guidava un muletto caricatore ma che si era fermata per una telefonata al cellulare. Terminata la telefonata e rivolgendomi cortesemente la parola, questi si presentava come il direttore commerciale della cooperativa. Questo dirigente stava sostituendo alla macchina un operaio assente, non disdegnando di interrompere il lavoro per vendere telefonicamente tonnellate di prodotto in tutto il mondo.

Un altro giorno ho visitato una cooperativa non più grande della precedente. Annunciato da un’acida segretaria venivo introdotto nel confortevole ufficio del direttore commerciale. Questo vvolto in una comoda poltroncina in pelle mostrò subito un certo fastidio alle mie parole che avevano interrotto la lettura del giornale. A logico corollario dell’esperienza vi è da aggiungere che la prima cooperativa avrebbe in seguito raggiunto traguardi economici assolutamente confortanti per tutti i contadini consorziati. La seconda si sarebbe invece trovata in difficoltà di bilancio, riversate poi sui soci.

Nulla di diverso potrà esprimersi dalle Comunità di Valle all’indomani di queste prossime elezioni. Potremo eleggere persone che si caricheranno di responsabilità e impegno oppure che siederanno beate e indolenti sulle nuove poltrone di comando. Potremo eleggere persone con esperienza di responsabilità, capacità e disponibilità verso il prossimo oppure cedere ai tanti che si presenteranno a chiedere il consenso, pur avendo dimostrato nella loro vita solo autostima e ridondanza oratoria. Credo che se le Comunità di Valle saranno condotte da persone competenti e ricche dl spirito di servizio il successo popolare e l’incidenza sul buon governo saranno certamente garantiti. Come in ogni cooperativa ben gestita.

Ruggero Pozzer

      

elezioni
comunità di valle
Vallagarina
24 ottobre 2010

 

   

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